Ha un'altissima densità ed è composto di ossigeno e carbonio cristalizzati. La responsabile di questo diamande delle dimensioni di Giove è una pulsar. Lo studio su Science
A 4mila anni luce dalla Terra, nella costellazione del Serpente, troneggia il pianeta più prezioso dell'Universo. È interamente tempestato di diamanti, anzi e' il caso di dire che e' un diamante grande quanto un pianeta. La scoperta, riportata su Science, e' stata fatta da un team internazionale di ricerca cui ha partecipato anche l'italiano Andrea Possenti, direttore dell' Inaf-Osservatorio Astronomico di Cagliari.
Il pianeta-diamante è poco più grande di Giove, ovvero cinque volte più grande della Terra, ma fa registrare una altissima densità, circa venti volte quella del pianeta degli astrofili. Proprio questo dato porta i ricercatori a ritenere che il prezioso pianeta sia composto di carbonio e ossigeno allo stato cristallino. La scoperta è avvenuta in seguito all'individuazione di una singolarissima stella morta, una pulsar millisecondo in grado di ruotare a una strabiliante velocità, compiendo circa 173 giri su se stessa ogni secondo.
Il team di ricerca, composto da enti australiani, tedeschi, americani e italiani, è stato guidato da Matthew Bailes della Swinburne University of Technology di Melbourne. " La struttura del pianeta è simile a quella di un diamante – ha detto Bailes – e molto probabilmente in origine doveva essere una stella massiccia, la cui materia è stata progressivamente attratta verso il pulsar e, così, trasformata in un pianeta". Per la precisione, secondo i ricercatori la materia gassosa della stella sarebbe stata travasata per oltre il 99,9 per cento verso la pulsar durante un processo di accelerazione che ha portato la pulsar al ritmo di rotazione attuale. "In quella fase la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X – ha spiegato Possenti – con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti".
Le pulsar sono stelle di piccole dimensioni, dal diametro simile a quello di una piccola città (all'incirca 20 Km), che emettono un fascio di onde radio. Poiché la stella ruota e il suo fascio radio sorvola ripetutamente la Terra, i radiotelescopi intercettano uno schema regolare di impulsi radio.
La pulsar recentemente scoperta ha tuttavia rivelato un comportamento anomalo. Gli astronomi hanno notato che i tempi di arrivo della pulsar, all'anagrafe PSR J1719-1438, erano sistematicamente modulati. Un fenomeno piuttosto insolito. Ne hanno dedotto che ciò era dovuto alla attrazione gravitazionale di un piccolo pianeta compagno, poi rivelatosi il pianeta diamante.
Il team ha scoperto la pulsar J1719-1438 tra quasi 200mila GB di dati utilizzando codici speciali su supercomputer della Swinburne University, dell' Università di Manchester e dell'l'INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari.
Il pianeta-diamante è poco più grande di Giove, ovvero cinque volte più grande della Terra, ma fa registrare una altissima densità, circa venti volte quella del pianeta degli astrofili. Proprio questo dato porta i ricercatori a ritenere che il prezioso pianeta sia composto di carbonio e ossigeno allo stato cristallino. La scoperta è avvenuta in seguito all'individuazione di una singolarissima stella morta, una pulsar millisecondo in grado di ruotare a una strabiliante velocità, compiendo circa 173 giri su se stessa ogni secondo.
Il team di ricerca, composto da enti australiani, tedeschi, americani e italiani, è stato guidato da Matthew Bailes della Swinburne University of Technology di Melbourne. " La struttura del pianeta è simile a quella di un diamante – ha detto Bailes – e molto probabilmente in origine doveva essere una stella massiccia, la cui materia è stata progressivamente attratta verso il pulsar e, così, trasformata in un pianeta". Per la precisione, secondo i ricercatori la materia gassosa della stella sarebbe stata travasata per oltre il 99,9 per cento verso la pulsar durante un processo di accelerazione che ha portato la pulsar al ritmo di rotazione attuale. "In quella fase la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X – ha spiegato Possenti – con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti".
Le pulsar sono stelle di piccole dimensioni, dal diametro simile a quello di una piccola città (all'incirca 20 Km), che emettono un fascio di onde radio. Poiché la stella ruota e il suo fascio radio sorvola ripetutamente la Terra, i radiotelescopi intercettano uno schema regolare di impulsi radio.
La pulsar recentemente scoperta ha tuttavia rivelato un comportamento anomalo. Gli astronomi hanno notato che i tempi di arrivo della pulsar, all'anagrafe PSR J1719-1438, erano sistematicamente modulati. Un fenomeno piuttosto insolito. Ne hanno dedotto che ciò era dovuto alla attrazione gravitazionale di un piccolo pianeta compagno, poi rivelatosi il pianeta diamante.
Il team ha scoperto la pulsar J1719-1438 tra quasi 200mila GB di dati utilizzando codici speciali su supercomputer della Swinburne University, dell' Università di Manchester e dell'l'INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari.
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